X e il monte Essere

Circumnavigando il monte ESSERE, X si ritrovò ai piedi di una impervia altura. Le sue ginocchia erano troppo rigide, per potersi arrampicare – X lo sapeva benissimo. Lo avevano avvisato, al momento della creazione, che c’erano alcuni piccoli inconvenienti tecnici che bisognava considerare.Si fermò a riflettere sul da farsi. Seduto con le gambe dritte, rimuginava e rimuginava emettendo di tanto in tanto un sospiro.Dopo 45 minuti, 13 punture di zanzare e 27 sospiri circa, X capì che esisteva solo un modo per arrivare in cima alla collina. Doveva riuscire a volare. Dopo tutto, non esistevano preclusioni al volo per le sue rigide gambe.Il sistema migliore, in realtà, sarebbe stato farsi sparare a mo’ di fionda da qualcuno talmente forte da riuscire a lanciarlo fin lassù ma non passava proprio nessuno, da quelle parti.Aspettò e aspettò, X. Fin quando, si fece sera. Allora, si sdraiò sul manto erboso, persuaso della necessità di chiudere gli occhi appena un paio di ore.Questa è l’ultima cosa che X ricorda di quella strana notte.

Il mattino seguente, al risveglio, X vide che tutto era cambiato attorno a sé. Enormi cavolfiore lo circondavano dappertutto.

Cosa diavolo era accaduto quella notte, in cui aveva sognato di volare?

Sollevò appena il capo. E vide un cielo azzurro come non lo aveva mai visto. Una fresca brezza gli sfiorava il viso. Concluse che si doveva trattare del paradiso.E chi lo avrebbe mai detto che il paradiso fosse coltivato a broccoli?!!!!!!!!!Voltando lo sguardo, qualcosa colpì l’attenzione di X. Un cartello viola, recitava:

“BENVENUTI SUL MONTE ESSERE. PRENDETE E MANGIATENE TUTTI.”

Oh, no!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

In un istante ricordò tutti i capricci fatti da bambino, quando sua madre cercava di ficcargli in bocca quel dannato cucchiaio/aeroplanino “carico carico di… ributtanti broccoli” e si vide verde come Hulk a emettere soffocanti flatulenze e pensò che la sua vita sarebbe stata un inferno da quel momento in poi.Eppure era così bella a guardarla, quella distesa infinita di maestosi cavolfiori.Seduto con le gambe dritte rimuginava e rimuginava, X emettendo di tanto in tanto un sospiro e domandandosi come tirarsi fuori da un simile imbarazzante impiccio.Dopo 45 minuti, 13 punture di zanzare e 27 sospiri circa, X capì. Che l’inferno e il paradiso non erano altro che due foglie dello stesso cavolfiore. E che la grande scalata al monte ESSERE non era altro che la nostra capacità di continuare a sognare, dopo avere fatto una terribile indigestione di broccoli e nonostante le budella aggrovigliate.In quello stesso istante X si sentì sollevato al pensiero che, dopo tutto…

“A SCENDERE, TUTTI I SANTI AIUTANO.”